Il Gran Premio Paluani è nato lo scorso anno come seconda
tappa del Memorial Sante Carradori ed era stato proposto a Villafranca,
quest’anno Villafranca ha detto che non siamo “graditi” e allora la Paluani ha
messo a disposizione il bellissimo impianto del Veronello e lì il comune ha
detto che siamo graditi. Quindi dalla pianura villafranchese siamo nella zona
lago e la differenza si è vista.
Il percorso, inedito a tutti, si è fatto sentire e alla fine
il commento dei più è stato “porco can l’è duro, voialtri l’avi fatto duro dal
bon”. Ma partiamo dal pre gara, logistica come detto eccezionale del Veronello,
allestimento Paluani, rettilineo d’arrivo Paluani e Zen, transenne e camietto
Baldo Bike, Moto di Salò, macchine Renault dell’Auto sole di Domegliara,
protezione civile, due ambulanze, direttore di gara Cristofaletti, telecamera
su scooter e tanti tanti volontari pronti ad aiutare non solo la Sant Luis ma
il ciclismo. L’impatto visivo prima di partire è da gara “seria” come detto
staffette quasi più numerose dei master 6,7 e 8 pronti al via, ma come si sa
prima di tutto, vanno la sicurezza e la serietà e a Calmasino si è vista una
maniacale mentalità per la sicurezza da parte della Zen e di Ivan, alcune
persone sono state messe per fino davanti a dei cancelli privati. . .
La prima fascia ha dato il via alla divertente “Battaglia” e
subito si è visto che la giornata si sarebbe girata a favore dei “guerrieri
attaccanti”. Pronti via e subito fughe fughe e fughe alla fine la gara si
risolve con una fuga e con una volata strepitosa, dove Meggiolaro dell’Avesani
la spunta su Tollin della Sant Luis Zen, alle loro spalle il Bracco Faccincani,
la nostra Claudia ha terminato la gara in scioltezza e si porta a casa i fiori
e il buono Kymor di Mirko Allegrini.
Nella seconda partenza, quella dei M4 e M5, (per chi ha
ancora dubbi sulle categoria i M6 7 e 8 sono i super e M4 e M5 metà veterani e
Gentleman) il numero è notevolmente migliorato, circa 80 al via e subito le
cose si fanno serie. Anche in questo caso si vede che la volata di gruppo sarà
solo un pallido pensiero e per questo motivo che nella fuga decisiva è presente
il velocista più forte mai visto nel mondo amatoriale, colui che alla fine nega
al condottiero silenzioso Mazzola della Zen la vittoria, il suo nome è
Codenotti della Jolly. Nella categoria M5 la vittoria va a Decarli dell’avesani
che sembra più felice del bacio della miss che della vittoria in se.
Il finale di giornata vede al via più di 60 giovani, lì la
gara e l’andatura ed il sistema di correre cambia totalmente, subito via a
balla, dalle prime battute si vede che il Gladiatore Braggio della Zen ha nella
testa la vittoria finale, è presente in tutte le azioni. Mentre il gladiatore è
la davanti a far la gara nella coda del gruppo si nota un essere che fa una
fatica enorme a rompere il fiato (per colpa dell’allergia), il suo nome è
Tobaldo la freccia dell’este, . . . ma perché nominare la coda del gruppo? ? ?
Semplice, perché sarà proprio lui a togliere la soddisfazione della vittoria
assoluta a tutti, alle spalle proprio il Gladiatore che si accontenta della
vittoria di categoria e Manzini primo M3. Per il discorso società vede la Sant
Luis Zen davanti all’Avesani e alla Jolly.
Un grazie a tutti quelli che hanno deciso di partecipare
alla gara di Calmasino e si sono divertiti, divertiti si fa par dire perche le
facce e le espressioni erano di quelle “mamma mamma son finio” e grazie a tutti
coloro che con il loro volontariato hanno aiutato a far si che questa gara
“amatoriale” si trasformasse in un evento. . . Ora la federciclismo Verona vi
aspetta sabato a Povegliano dove la Butty è già al lavoro per preparare la loro
gara.
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